Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti

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IL VOTO POLITICO: POTENZIALITA' E RISCHI  Aprile 2006   Torna alle categorie

IL VOTO POLITICO: Potenzialità e rischi

IL VOTO POLITICO. POTENZIALITA’ E RISCHI

 

Il risultato delle elezioni politiche consegna al centro sinistra una maggioranza consistente alla Camera (pur con soli 25.000 voti di scarto) e una di due seggi al Senato, dove pure la destra ha la maggioranza dei voti. Tutto a causa della nuova legge elettorale.

La destra, sconfitta in tutte le consultazioni dal 2002 al 2005, ha recuperato negli ultimi mesi, facendo leva sull’anticomunismo (i bambini bolliti!), sul peggiore populismo, sull’esaltazione dell’interesse individuale contro quello collettivo, sulla paura e sul bisogno di sicurezza, sulla presenza continua di Berlusconi su ogni rete televisiva.

Centrali la retorica sulla famiglia (quella massacrata dalle condizioni economica e dalla mancanza di lavoro), l’intervento della Chiesa di Ratzinger sempre più lontana da ogni spirito conciliare, la presenza per la prima volta all’interno della Casa delle libertà delle formazioni chiaramente fasciste e naziste.

Il voto non punisce cinque anni di governo che hanno portato l’Italia sull’orlo del tracollo economico, hanno peggiorato le condizioni di vita delle masse popolari (è continuato il trasferimento di reddito dal lavoro dipendente a profitti e rendite), favorito un ceto di speculatori, reso drammatica la questione ambientale, colpito la Carta costituzionale, portato l’Italia in guerra, complice delle peggiori illegalità internazionali (la guerra preventiva, le torture).

I risultati danno, però, al centro- sinistra la possibilità di governare. Premiano il listone ulivista e non le liste separate di Margherita e DS, fanno crescere l’Italia dei valori e non la Rosa nel pugno.

Stazionari Comunisti italiani e Verdi.

Rifondazione ha un risultato eclatante al Senato (7,4%), buono alla Camera dove prende il 5,8% (dati precedenti: politiche 2001 5%-   europee 2004 6,1%-  regionali 2005 5,3% ).

Passa da 12 a 41 deputati e da 4 a 27 senatori.

Il governo di centro- sinistra che sta per nascere deve affrontare i grandi nodi che Rifondazione e tante forze sociali hanno proposto e impostare politiche nettamente diverse su:

  •  Pace, cooperazione, scelte internazionali (ritiro delle nostre truppe)
  •  Politiche sociali e per l’occupazione (no alla legge 30)
  •  Scuola, istruzione, cultura (no alla legge Moratti, obbligo ai 16 anni. Riforma vera e non spartitoria del servizio radio- televisivo)
  •  Emergenza ambientale, energie rinnovabili.
  •  Questioni sociali (casa, salute, disabilità, nuove povertà)
  •  Diritti civili, stato laico.
  •  Immigrazione (no alla legge Bossi- Fini).

Solamente con scelte immediate e coraggiose sarà possibili ottenere un consenso sociale, togliere alla destra l’appoggio di tanti settori popolari, ridare fiducia e speranza che è possibile cambiare, dimostrando che non sono tutti eguali.

Molti anche i rischi: un governo con maggioranza parlamentare così debole può essere condizionato dalle spinte locali e di parte, portato a cercare l’appoggio di parte delle destre (l’UDC e non solo), cancellare qualunque idea di rinnovamento, ricattare Rifondazione in nome del pericolo di destra.

A noi tocca, ancora una volta, essere il pungolo per un cambiamento reale, legarci maggiormente alle forze sociali (pacifiste, ambientaliste, per il lavoro, nate sui grandi nodi sociali) e progettare da subito una sinistra politica e sociale che sappia offrire una prospettiva alternativa.

Primi obiettivi: - la campagna per reintrodurre la scala mobile  - il referendum contro la riforma costituzionale delle destre  - l’impegno sulla pace e per il ritiro delle truppe.

Localmente la preparazione di programmi, discussi non solo al nostro interno, per le elezioni comunali del prossimo anno. La nostra ulteriore crescita in tutta la provincia ci incoraggia.

Sergio Dalmasso